Sabato 30/01/2016 – Ore 21,00 LOREDANA CONT presenta: “ PU’ BUSIE CHE POESIE”
Loredana Cont, autrice e attrice trentina (anche se nata in Svizzera), ha scritto testi teatrali in dialetto tanto brillanti che sono stati tradotti in numerosi altri dialetti e vengono messi in scena in tutti i teatri d’Italia e perfino in Slovenia, Brasile e Germania, dove sono recitati dalle comunità di origine trentina.
Da una decina di anni è l’autore più rappresentato in Trentino: secondo i dati della SIAE nel 2011 i suoi testi sono stati rappresentati in Italia 290 volte. Per la Cont, il dialetto trentino è un valore aggiunto da salvaguardare nella produzione teatrale, non certo un limite.
Le sue commedie sono ironiche e divertenti. In esse lo spettatore ritrova vizi e virtù della quotidianità e di un recente passato. I testi più noti sono: L’usel del marescial, A no saverla giusta, Pochi ma boni, L’eredità dela pòra Sunta, L’era meio nar a Rimini, No ve capisso pù!
Oltre alle commedie per più attori, ha scritto cinque monologhi brillanti, tra cui il più recente è Pù busie che poesie, in cui l’attrice trentina rispolvera la memoria scolastica e si vendica dei poeti immortali come Dante e Petrarca.
«In Pù busie che poesie ho cercato di trovare spunti di divertimento parlando delle donne che hanno lasciato traccia nella poesia italiana… così poche che sembra quasi il consiglio provinciale… E poi dalla poesia sono passata alle canzoni popolari che amiamo tanto: piene di disgrazie e di patimenti… L’argomento della poesia e della canzone è un pretesto per raccontare i passaggi fondamentali della nostra esistenza, dalla nascita all’età adulta, mettendo in relazione epoche diverse e stili di vita che non ci appartengono più, ponendo l’attenzione sulle piccole e grandi manie della nostra quotidianità, che è sempre spunto di riflessione e di divertimento.
Naturalmente il tutto viaggia sul filo dell’ironia e dell’umorismo, uniche vere vie di fuga dalla realtà che ci circonda».
Info:
Pù busie che poesie
di e con Loredana Cont
tecnico di scena Giorgio Matassoni
collaborazione di Barbara Zeni