La compagnia IL PICCOLO TEATRO OPPEANO presenta “Omeni done, santi madone, diaolo insieme” Sabato 21/03/2009 ore 21.00
“Omeni Done – Santi Madone – Diaolo insieme” è un testo teatrale che ha ricevuto il primo premio per una commedia in dialetto veneto nel concorso del 1981 del “Premio Teatrale Città di Este”.
La struttura di questa nuova proposta teatrale di Coltro, si discosta da quella de “La Lucerna del Filò”, anche se ne continua lo spirito e gli obiettivi.
L’azione scenica si svolge in “quadri”, viene abbandonata in parte l’unità tempo-spazio e il discorso segue il ritmo delle stagioni.
Il cardine resta, tuttavia, la testimonianza orale, colta per mezzo di registrazione, oppure presentata dalle stesse fonti-informatrici che, sul palco, diventano “attrici” nel senso e nel modo che è stato dello per “la lucerna del filò”. Questo aspetto, che gioca tra finzione e realtà, avviene soprattutto nel canto, dove l’apporto della voce si accompagna alla testimonianza diretta.
In “Omeni Done – Santi Madone – Diaolo insieme” il materiale originale della cultura orale, non consiste soltanto nelle “fole” e nelle “cante” riportate, ma in un insieme di tradizioni, di comportamenti che sono, della cultura contadina, l’espressione quotidiana o rituale, l’inizio dell’azione scenica si richiama ancora al filò, ma con un impasto verbale e teatrale diverso, e diventa il primo “quadro” dell’arco stagionale, dentro il quale incontriamo le semine del frumento che danno inizio al nuovo anno agrario, la festa dei morti, le festività religiose e liturgiche che si accompagnano alle varie “festività domestiche”.
La più nota e più importante di queste è, certamente, l’uccisione del maiale, residuo di antichi riti sacrificali a favore dei raccolti e fonte di sostentamento insostituibile nell’ economia contadina.
In questo senso, i “canti di questua”” del “torototela” e della stella natalizia rappresentano il risvolto illuminante di una società povera.
La partecipazione del popolo ai riti della settimana santa ha prodotto canti e preghiere che propongono una mistica contemplazione del crocifisso, espressione del dolore e della resurrezione.
E con le feste e i riti, il valore del lavoro: la mietitura, la scartocciatura, la vendemmia sono insieme fatica e soddisfazione e suggeriscono momenti di canto e di fabulazione.
Tutto questo “materiale” è reso “teatrale” con mezzi semplici e attraverso la “recitazione” spontanea e naturale del piccolo teatro, diretto da Giovanni Modena.